ex Creaf per ricoverati covid

Finalmente il Creaf di Prato avrà una sua funzione pubblica dopo tanti milioni spesi per realizzarlo e i tanti anni lasciato nell’incuria. La decisione del presidente della Toscana Eugenio Giani di trasformare l’ex fabbrica che avrebbe dovuto diventare un incubatore di start up, in un ospedale per ricoverati covid non può che essere vista con parere favorevole.

Il comitato Prato in Azione è convinto che l’emergenza possa essere affrontata meglio con la realizzazione dei 500 posti letto nella struttura del Creaf di Prato ma, ritiene anche che i 5 milioni destinati alla realizzazione di questo ospedale non debbano essere spesi per una struttura che sia solo temporanea. Esiste già un progetto esecutivo per realizzare una seconda ala dell’ospedale Santo Stefano, perchè è ormai pacifico che l’attuale struttura è insufficiente ai fabbisogni della realtà pratese, con una spesa già preventivata di oltre dodici milioni di euro.

Ecco quindi che Prato in Azione propone di far diventare il Creaf quella seconda struttura in aggiunta al Santo Stefano così da anticipare i tempi sulla costruzione della seconda ala dell’ospedale che necessita ancora di anni per vederne la luce.

Ci sarebbe un risparmio sui costi di costruzione e ci sarebbe una struttura già pronta per l’uso riuscendo così a dare una destinazione efficace ed efficiente all’ex fabbrica di via Galcianese da anni sommersa da sprechi, inchieste e indagati eccellenti. Il Creaf si trova peraltro a poca distanza dall’ospedale Santo Stefano ed anche questo potrebbe rivelarsi un elemento vincente per la sua funzionalità.

Prato in Azione si augura quindi che i 5 milioni che verranno spesi per trasformare l’ex Creaf in ospedale non siano spesi solo per realizzare una struttura provvisoria bensì che diventi definitiva a sostegno del Santo Stefano, dove quindi dovrà essere realizzata solo la cassa di espansione sulla Vella così da poter finalmente riaprire il sottopasso di via Ciulli, chiuso dal 2010.

Un’altra ferita presente in questa città e che andrebbe curata.

Comitato Prato in Azione