di Silvia Guarducci
PRATO. Il tema dell’accesso al credito per le imprese del nostro territorio, caratterizzate da dimensioni per lo più micro e piccole, è sempre più urgente da affrontare. Con le nuove regole sulla definizione di default, in caso non dovesse essere introdotta una loro sospensione per un periodo sufficiente a mettere a frutto le misure derivanti dalle moratorie, è probabile che si acuirebbe una stretta del credito da parte di tutte le banche, che si stanno liberando degli NPL e in questo momento sono concentrate a non farli rientrare nei loro bilanci. L’incentivazione di fusioni ed acquisizioni tra aziende attraverso politiche fiscali favorevoli (anche se probabilmente concepite per incentivare operazioni di fusione a livello di Gruppi Bancari), potrebbe essere una spinta anche per alcune imprese del territorio pratese, a creare delle aggregazioni più funzionali ad affrontare in modo più efficiente strutturato i mercati. A mio avviso sarebbe necessario infondere anche una cultura più approfondita ed avanzata verso la finanza alternativa, e mi riferisco principalmente ai minibond, declinati ad esempio nei “basket bond”. Nella pratica, alcune imprese si accordano per organizzare delle emissioni “sincronizzate” rispetto alle scadenze, le quali vengono sottoscritte interamente da una società veicolo di nuova costituzione, che si finanzia a sua volta sul mercato con un’emissione di asset backed securities (ABSs) che hanno come sottostante i singoli crediti. Gli investitori finali, quindi, acquistano titoli cartolarizzati da un “paniere” diversificato, che però riesce a raggiungere una massa critica consistente. Negli ultimi mesi ci sono state nuove operazioni di questo tipo sul mercato italiano (per esempio, Garanzia Campania Bond, Elite Basket Bond Lombardia, Pluribond Turismo Veneto Spiagge), organizzate sia per filiera produttiva sia per area geografica. Ritengo che questo tipo di operazioni sia utile non solo per diversificare il rischio e raggiungere masse critiche interessanti per investitori che difficilmente guarderebbero al mondo dei minibond, ma anche per l’aspetto “educativo” legato al coinvolgimento di più aziende che decidono in un qualche modo di mettersi in gioco assieme e di presentarsi unite davanti al pubblico degli investitori.Tipicamente le PMI non hanno al loro interno competenze evolute in termini di finanza e possono imparare molto dall’emissione di un minibond, evento che di solito riceve evidenza mediatica e contribuisce a migliorare l’immagine dell’impresa e l’affidabilità percepita dal mercato.In secondo luogo, il credito bancario non è facilmente accessibile -soprattutto nel medio e lungo termine -per una certa fascia di PMI; i minibond consentono di avere certezza e stabilità sulla disponibilità di risorse per un certo numero di anni, evitando le segnalazioni presso la Centrale Rischi. Poi, differenziare le fonti di finanziamento viene percepito come un valore aggiunto al fine di non dipendere eccessivamente dalcircuito delle banche, anche a seguito del processo di concentrazione nel settore che ridurrà il numero degli interlocutori per le PMI.Infine, l’emissione di un minibond viene considerata come una “prova generale” in vista di possibili operazioni successive, come il private equity e la quotazione in Borsa certamente meno invasiva dal momento che non comporta variazioninella compagine societaria della PMI.La terza edizione del Quaderno di ricerca “La finanza alternativa per le PMI in Italia” curata dal Politecnico di Milano, con il supporto di Unioncamere ed Innexta, evidenzia la seguente suddivisione delle PMI non finanziarie emittenti Minibond per localizzazione geografica. Da questa si osserva come la Toscana abbia al momento utilizzato in minima partequesto strumento, ritengo per una scarsa conoscenza a riguardo e per un difetto di comunicazione da parte degli operatori economici locali verso le imprese.
In questo contesto diventa essenzialecreare cultura e conoscenza anche suquesti strumenti di finanza alternativa e,in questo ambito,le Camere di Commercio potrebbero avere un ruolo essenziale di spinta e di raccordo tra i vari operatori in gioco. A seguito della collaborazione fra i tavoli tematici provinciali, in particolare il Tavolo Imprese ed il Tavolo Credito e Banche, coordinati da Marco Greco, Prato in Azione è pronta ad aprire un dialogo con gli operatori economici locali, apportando proposte concrete utili a facilitare l’accesso al credito per le PMI pratesi.