Dal 18 al 24 marzo del 2020 in Toscana sono morti per covid 112 persone, nello stesso periodo di quest’anno ne sono morti 185. Eppure è trascorso un anno con chiusure, zone gialle, arancioi e rosse e, soprattutto, con la scoperta del vaccino avvenuta ormai già diversi mesi fa. Perché la Toscana è ultima nelle vaccinazioni dei soggetti ultraottantenni e dei soggetti più fragili? Perché Prato è a sua volta ultimo in Toscana per numero di vaccinazioni rivelandosi l’ultimo fra gli ultimi?
Prato in Azione esprime grande preoccupazione per come viene gestito il sistema vaccinale anti covid nella nostra Regione e a Prato ed invita il presidente Eugenio Giani ed il sindaco Matteo Biffoni a fare di più. Servono più vaccini e serve un sistema più capillare e meno burocratico di vaccinazione tenendo presente che le categorie da privilegiare sono coloro che più rischiano la vita in caso di contagio, ovvero gli anziani e le persone fragili.
Due soli punti vaccinali a Prato sono pochi, Prato in Azione ritiene che in questa fase con pochi vaccini a disposizione ne debbano nascere almeno altri due, uno in Valbisenzio ed uno nei comuni Medicei: Non appena invece si potrà fare la vaccinazione di massa bisognerà utilizzare qualsiasi luogo possa accogliere in sicurezza le persone: dalle sedi delle associazioni di volontariato, al museo Pecci e anche le chiese se necessario come avviene già in Gran Bretagna. Non possiamo perderci dietro la burocrazia o ai tempi necessari per realizzare nuove strutture.

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