Il vicepresidente della Figc della Toscana, Massimo Taiti, critica  l’amministrazione di Montemurlo per aver fatto svolgere lavori di riqualificazione dello stadio Nelli di Oste per ottenere l’omologazione solo fino all’Eccellenza, quando fino alla stagione scorsa lo stesso impianto serviva anche per la serie D ed era “un’ottima valvola di sfogo per l’intera area territoriale permettendo anche ad altre società, come Prato e Aglianese di poterne usufruire”.  Il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, si è difeso affermando che la  società di calcio cittadina, nella migliore delle ipotesi, raggiungerà la serie D fra cinque anni e che quindi era inutile spendere ora molti più soldi per adeguare l’impianto ai criteri voluti dalla Figc per le categorie superiori e di fatto non necessari per la propria realtà sportiva territoriale.E come dargli torto?

Credo però che la presa di posizione del vicepresidente regionale della Figc, Massimo Taiti, che parla di una visione miope degli amministratori montemurlesi, vada nella direzione giusta e rappresenta un primo passo verso quella visione di impianti d’area che, come responsabile del tavolo Sport di Prato in Azione,  ho lanciato l’anno scorso. Ovvero la necessità di realizzare impianti sportivi di grande qualità che vengano messi a disposizione di più società sportive. Un solo stadio per il calcio professionistico e semi professionistico nelle province di Prato e Pistoia. Ma questo non può e non deve gravare su una singola amministrazione che, nel caso di specie di Montemurlo, è legittimata nel fare investimenti mirati e adeguati alla propria realtà.
A questo proposito ripropongo la mia proposta degli IMPIANTI SPORTIVI D’AREA
Premesso che molte realtà territoriali non possono permettersi impianti sportivi di un certo livello e che altre che li hanno non riescono a gestirli e  troppo spesso versano in situazioni di degrado. Visto che molte discipline sia a livello professionistico che dilettantistico ed amatoriale ormai non fanno più distinzione sui giorni in cui programmare le partite: si gioca indistintamente di venerdì, sabato, domenica, lunedì ma anche di martedì e mercoledì… quindi è facile prevedere  una copertura su tutti i giorni della settimana per gli incontri di campionato
Nelle realtà  territoriali con almeno cinquecentomila abitanti credo sia necessario adoperarsi per far nascere gli IMPIANTI SPORTIVI D’AREA, ovvero delle cittadelle dello Sport, mettendo intorno al tavolo, fin dall’inizio, gli attori che diventeranno poi protagonisti di ogni singola parte del progetto e che potranno anche riunirsi in più associazioni temporanee d’impresa per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’impianto. Tutto questo non potrà che passare attraverso le competenze e la supervisione delle Regioni e delle Province e Comuni coinvolti, che  dovranno garantire anche la vigilanza e la realizzazione in tempi certi. Potrebbe essere molto interessante trovare imprese disposte ad un intervento in PROJECT FINANCING sollevando gli Enti pubblici dall’onere delle spese di progettazione e realizzazione e  delegandoli ai ruoli di indirizzo e di vigilanza.
Gli IMPIANTI SPORTIVI D’AREA devono essere progettati in maniera che:
1) possano essere fruibili da più comunità territoriali confinanti
2) abbiano già in sede di progettazione una destinazione polifunzionale e a questo proposito è importante che fin dall’inizio aderiscano i soggetti che progetteranno, realizzeranno e gestiranno l’impianto
3)  vengano date in gestione con un bando a chi ne garantisce l’autosufficienza economica e la usufruibilità a tutte quelle discipline e società, precedentemente concordate con le amministrazioni dei comuni coinvolti nel progetto.
4) ci sia una commissione esterna  di vigilanza e controllo sia sui bilanci, sia per l’assegnazione degli spazi e degli orari della struttura.
Pasquale Petrella
Responsabile Enti locali PRATO IN AZIONE

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