Il numero di attacchi informatici verso le PA sono in aumento. Cosa sta facendo il Comune di Prato per proteggere i servizi ai cittadini?

Il tema della difesa informatica, o cybersecurity, non viene di norma preso molto seriamente e lo testimonia la spesa italiana in cybersecurity che ammonta appena allo 0,08% del PIL, ultimo posto tra i Paesi del G7. O almeno non viene presa seriamente finché non si viene colpiti ed i danni provocano forti disagi o, nel peggiore dei casi, anche la morte. Ad esempio, il 10 settembre 2020, una donna morì a seguito dell’attacco informatico subìto dell’ospedale di Düsseldorf, in Germania.

Oppure ricordiamo il caso eclatante dell’attacco alla Regione Lazio del 30 luglio 2021, che bloccò per 5 giorni anche il sistema di vaccinazioni contro il Covid-19, nonostante fossero stati stanziati ben 3,7 milioni di euro tra il 2008 e il 2011 per la sicurezza informatica, tra i quali i piani di business continuity. In sostanza, grazie al piano di sicurezza informatica i servizi al cittadino non avrebbero dovuto interrompersi per così tanto tempo, ma evidentemente non hanno preso la questione troppo sul serio.

Un episodio recente invece risale a pochi giorni fa, quando i sistemi informatici di ben quattro ospedali milanesi, Sacco, Fatebenefratelli, Buzzi e Macedonio Melloni, sono stati bloccati dalle 3 di notte del primo maggio.

Eppure questa situazione non dovrebbe meravigliarci e non dovrebbe cogliere impreparate le pubbliche amministrazioni. 

Il rapporto 2021 del Clusit, l’Associazione Italiana per la difesa Informatica, ci racconta come gli attacchi informatici stiano prendendo di mira obiettivi specifici. 

Nella maggior parte dei casi, il 15%, si tratta di obiettivi governativi, mentre per il 13% si tratta di obiettivi nel settore della sanità. Entrambi questi settori hanno visto una crescita sensibile del volume di attacchi rispetto all’anno precedente.

C’è da chiedersi se la nostra amministrazione comunale abbia fatto o stia facendo il necessario per difendersi da attacchi di questo genere ed a che punto siano questi interventi. Ad esempio, vorremmo sapere se il piano di aggiornamento della piattaforma di autenticazione utenti ai servizi online, vecchia di 15 anni, come previsto dall’agenda digitale 2021 del nostro Comune è stato ad oggi completato.

Nessuno vorrebbe essere costretto a correre ai ripari nella malaugurata ipotesi che accada qualche grave disservizio, come è successo altrove. 

Come Azione Prato, siamo pronti a chiedere chiarezza al governo cittadino con una interrogazione specifica sul tema per portarla in Consiglio Comunale, interrogazione disponibile a chiunque, tra i consiglieri comunali, abbia a cuore la sicurezza dei servizi pubblici ai cittadini pratesi.

Luca Venturella

Responsabile Organizzazione Azione Prato

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