Il dibattito politico sulla questione dei rifiuti in Toscana si è riacceso nelle aule consiliari soltanto in questi giorni, esclusivamente per trattare il tema dell’incremento della TARI e spiegare i tecnicismi della nuova tariffazione, con l’unica preoccupazione per la maggioranza di avere una valida giustificazione di fronte a cittadini ed imprese, esonerando l’amministrazione comunale di fronte all’incremento delle tariffe imposte da ARERA.
Qualche esponente politico evoca l’economia circolare come fosse una novella, senza dire che negli ultimi anni la percentuale dello smaltimento in discarica ha ricominciato a crescere, ritornando ai livelli del 2013 e senza proporre soluzioni concrete a parte la valorizzazione dei materiali con riciclo, riuso e recupero di materia, Senza la valorizzazione di energia, il cerchio non si chiude. Per far questo non basteranno impianti di gassificazione e di produzione di combustibili secondari ma serviranno i termovalorizzatori, questo va detto chiaramente ai cittadini. Proclamarsi contrari ai termovalorizzatori e contemporaneamente parlare di economia circolare è un controsenso e serve solo ad alimentare confusione.
Ma non meno confusione generano coloro che nelle aule consiliari si dichiarano aperti ai termovalorizzatori purchè non vengano fatti nei territori di competenza dell’ATO Centro Nord, a loro parere non idonei ad accogliere questi impianti. Il fronte del “si ma” o meglio del NIMBY (Not In My Back Yard) è ancora più pericoloso perché è quello più rappresentato in Consiglio Comunale ed è quello che per logiche di consensi dà un colpo al cerchio ed un colpo alla botte senza prendere una posizione chiara. Sono gli esponenti della stessa parte politica che, in Regione, nel 2018 ha approfittato di una sentenza sfavorevole del Consiglio di Stato – per questioni eminentemente procedurali – per accantonare definitamente l’impianto di incenerimento di Case Passerini, mentre già si faceva fatica a trovare uno sbocco (in discarica) per tutto l’indifferenziato e il differenziato di scarsa qualità che produciamo e mentre gli altri impianti regionali di Pisa e Livorno erano prossimi alla chiusura per raggiunti limiti di età.
Allora il Sindaco e le forze politiche della maggioranza, dicano chiaramente da che parte stanno e quale messaggio porteranno ai tavoli regionali sulla questione della chiusura del ciclo dei rifiuti. Continueranno a trincerarsi nel “si termovalorizzatori ma” o si decideranno finalmente a prendere una posizione senza preclusioni territoriali a priori? In vista dell’imminente creazione della Multiutility è urgente una politica sui rifiuti chiara, che preveda un sistema integrato, altrimenti si rischia di far nascere una società che non potrà esprimere pienamente l’effettivo potenziale.
Silvia Guarducci
Segretaria Comunale Prato in Azione