Stefano Micheloni nominato segretario provinciale di Azione Prato

Con la mozione “Prato città europea” Stefano Micheloni, è stato eletto per acclamazione segretario provinciale nel primo congresso di Azione a Prato.

Con lui entrano nella segreteria altri venti membri come previsto dal regolamento: Andrea Venturella, Simone Rizzuto, Marco Greco, Christian Pergola, Luca Venturella, Alessandro Ricci, Sergio Gelsumini,  Vincenzo Ravone, Riccardo Poli, Pasquale Petrella, Corrado Malacarne, Elke Huneke, Silvia Guarducci, Cristina Gargini, Federica Madarena, Christian Poli, Serena Balestri, Enrica Lidia Pescioni, Alfonso Balzano e Fernando Cecchi.

Il congresso si è tenuto nella mattinata di oggi, sabato 15 gennaio, nei locali del circolo Matteotti in via Verdi. Congresso che si è aperto con i saluti del sindaco di Prato, Matteo Biffoni e con gli interventi dei rappresentanti di ben quattordici partiti politici, tra loro anche i parlamentari Erica Mazzetti (Forza Italia) e Giorgio Silli (Coraggio Italia).
Da parte di tutti l’augurio di buon lavoro al nuovo segretario e un invito al dialogo sui temi importanti della città e per il bene dei cittadini.
Azione a Prato è nato nell’estate del 2019 quando Calenda aveva solo annunciato di voler costituire un partito liberale, riformista ed europeista per contrapporsi a sovranisti e populisti. Quando ancora non era stato legittimato il nome della nuova entità politica che poi è stata presentata a Roma il 21 novembre del 2019.
Da allora il primo gruppo di azionisti pratesi nato con coordinatore Paolo Vannini si è strutturato con la nomina di Corrado Malacarne e oggi si è legittimato con le elezioni democratiche che hanno portato Stefano Micheloni nella carica di segretario provinciale.

Congresso Provinciale di Azione PRATO

Primo congresso provinciale a Prato per Azione, il partito fondato da Carlo Calenda e Matteo Richetti nel novembre del 2019.

L’evento è in programma per sabato 15 Gennaio a cominciare dalle 9,30 nel salone del circolo Matteotti in via Verdi 30 e rappresenterà il primo step della fase congressuale del partito che si concluderà con quello Nazionale in programma nel prossimo mese di febbraio.

Mozione unitaria “Prato Città Europea” con Stefano Micheloni candidato segretario e una folta segreteria di venti persone a dare vita al corpo e all’anima di questo nuovo partito che ha già fatto sentire la sua voce a livello nazionale soprattutto durante la campagna elettorale per le amministrative a Roma dove Carlo Calenda era candidato sindaco.

All’evento di sabato sono stati invitati tutti i partiti politici presenti sul territorio e moltissimi hanno già dato la loro adesione per portare un saluto. Il sindaco di Prato Matteo Biffoni e la parlamentare di Forza Italia, Erica Mazzetti, sono stati fra i primi a dare la propria adesione. “Prato in Azione vuole riportare il dibattito politico cittadino verso contenuti più pratici e uscire dalle logiche del puro scontro ideologico, proprio per questo ha esteso l’invito al congresso ai rappresentanti di tutti i partiti cittadini per un saluto iniziale e ringrazia i tanti che hanno raccolto l’invito – dice Stefano Micheloni, candidato segretario.

La politica non è solo lotta ma soprattutto dialogo e siamo molto soddisfatti per la larga adesione e l’interesse ricevuto. Spero che la mozione “Prato Città Europea” riesca ad aprire una fase più seria nella politica della nostra Provincia”.

Il congresso che è aperto a tutti, nel rispetto delle regole anti covid, dovrebbe concludersi nell’arco della mattinata dopo la discussione della mozione e gli eventuali interventi degli iscritti.

Comitato promotore regionale Toscana

In via transitoria, in attesa dello svolgimento del primo congresso fondativo di Azione che si terrà non appena terminata l’emergenza Covid, sono stati costituiti Comitati promotori di Azione in ogni Regione.

Compito primo di questi organismi transitori sarà un pieno coinvolgimento di tutti i Gruppi territoriali, l’organizzazione del partito a livello provinciale e il coordinamento dell’attività politica sul territorio.

Per la regione Toscana è stato costituito questo primo Comitato promotore che da subito coinvolgerà ogni singolo territorio:

  • Coordinatore regionale: Marco Remaschi 
  • Coordinamento organizzativo: Giordano Ballini e Davide Vivaldi 
  • Responsabile Comunicazione: Michele Gentili 
  • Coordinamento Tavoli tematici: Giuseppe Bardi 
  • Responsabile Enti Locali: Iacopo Vespignani
  • Tesoriere/Procuratore: Alfredo Valerio
  • Coordinamenti provinciali: Milena Brath (Firenze), Lucia Chierici (Arezzo), Francesco Grassi (Grosseto), Corrado Malacarne (Prato), Emiliano Paoletti (Lucca), Chiara Tognotti (Pisa), Iacopo Vespignani (Pistoia), Massimo Vitrani (Livorno), Davide Vivaldi (Siena), Giacomo Zucchelli (Massa Carrara)

ex Creaf per ricoverati covid

Finalmente il Creaf di Prato avrà una sua funzione pubblica dopo tanti milioni spesi per realizzarlo e i tanti anni lasciato nell’incuria. La decisione del presidente della Toscana Eugenio Giani di trasformare l’ex fabbrica che avrebbe dovuto diventare un incubatore di start up, in un ospedale per ricoverati covid non può che essere vista con parere favorevole.

Il comitato Prato in Azione è convinto che l’emergenza possa essere affrontata meglio con la realizzazione dei 500 posti letto nella struttura del Creaf di Prato ma, ritiene anche che i 5 milioni destinati alla realizzazione di questo ospedale non debbano essere spesi per una struttura che sia solo temporanea. Esiste già un progetto esecutivo per realizzare una seconda ala dell’ospedale Santo Stefano, perchè è ormai pacifico che l’attuale struttura è insufficiente ai fabbisogni della realtà pratese, con una spesa già preventivata di oltre dodici milioni di euro.

Ecco quindi che Prato in Azione propone di far diventare il Creaf quella seconda struttura in aggiunta al Santo Stefano così da anticipare i tempi sulla costruzione della seconda ala dell’ospedale che necessita ancora di anni per vederne la luce.

Ci sarebbe un risparmio sui costi di costruzione e ci sarebbe una struttura già pronta per l’uso riuscendo così a dare una destinazione efficace ed efficiente all’ex fabbrica di via Galcianese da anni sommersa da sprechi, inchieste e indagati eccellenti. Il Creaf si trova peraltro a poca distanza dall’ospedale Santo Stefano ed anche questo potrebbe rivelarsi un elemento vincente per la sua funzionalità.

Prato in Azione si augura quindi che i 5 milioni che verranno spesi per trasformare l’ex Creaf in ospedale non siano spesi solo per realizzare una struttura provvisoria bensì che diventi definitiva a sostegno del Santo Stefano, dove quindi dovrà essere realizzata solo la cassa di espansione sulla Vella così da poter finalmente riaprire il sottopasso di via Ciulli, chiuso dal 2010.

Un’altra ferita presente in questa città e che andrebbe curata.

Comitato Prato in Azione

Digitale e fare squadra, le parole chiave per il rilancio del commercio locale

Presentiamo oggi il nostro progetto per il rilancio del commercio locale in città. Il commercio è in difficoltà già da prima del covid per una lunga serie di ragioni fra cui la concorrenza di grossi carrier come Amazon (che giocano sul servizio).

Purtroppo il COVID19 ha peggiorato la situazione andando a fermare l’operatività nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio e ora impedendo e limitando i contatti sociali e gli accessi ai negozi fisici. In parallelo alle proposte nazionali che Azione ha già formulato per tutto l’ambito del commercio e delle imprese e che possono essere riassunte sul sito di Azione a questa pagina https://www.azione.it/basta_chiacchiere_azione il nostro comitato ha voluto lavorare su un progetto che guarda oltre il momento contingente e che sappia disegnare un percorso di rinascita e di ritorno alla crescita per il commercio locale.

Insieme agli amici di Latina in Azione abbiamo sviluppato dunque un’idea per “Fare Squadra” e inserirsi nella rivoluzione digitale anticipando quello che verosimilmente accadrà anche nella nostra città nei prossimi anni. L’idea è costituire una rete d’impresa che intercettando fondi Europei (e non) con il contributo dei negozianti aderenti riesca a realizzare un polo di: vendita on-line, consegna a domicilio in giornata (sullo stile di Amazon Prime Now e anticipando il suo arrivo in città) e a ottimizzare le spese logistiche per le spedizioni fuori città.

Riteniamo che cosi facendo tutto il sistema ne beneficerebbe e i consumatori potrebbero tornare ad appassionarsi agli acquisti locali trovandoci servizi competitivi e molti vantaggi come andare a fare spese in Centro al sabato e vedersi recapitare poi la marce a casa a costi molti contenuti il lunedì oppure acquistare prodotti da esercenti differenti vedendoseli arrivare a casa in giornata o al mattino successivo.

Speriamo che il progetto possa contribuire a un serio dibattito sul tema del futuro e possa essere un punto di partenza per il rilancio delle attività commerciali nella nostra amata città. Per tutti i dettagli vi rimandiamo alla presentazione completa che potete scaricare a questo indirizzo http://www.pratoinazione.it/wp-content/uploads/2020/06/Prato-in-Azione-Rilancio-del-commercio-locale.pdf.

Il Comitato di Prato in Azione

Tessere il Futuro – aggregare per tornare a crescere

Venerdì 22 Maggio dalle 18 alle 20 sulla pagina Facebook di Prato in Azione ospiteremo un’evento sul tema dell’aggregazione tessile a noi molto caro. L’evento è il primo di una serie di incontro per dibattere, immaginare e supportare la ripartenza del distretto tessile pratese.

Qui la locandina dell’evento, vi aspettiamo numerosi e se volete porre delle domande vi invitiamo a inviarcele a info@pratoinazione.it

Aggregazione Industriale nel tessile, un appuntamento con la storia

La rinascita post-Covid del distretto tessile pratese

Come non perdere l’appuntamento con la storia

Dopo la ripartenza delle imprese tessili, a seguito del lock down, si è sviluppato nel distretto un dibattito molto interessante per la nostra realtà: quello dell’aggregazione delle PMI del settore tessile.
Vogliamo entrare in questo dibattito, seppur non nuovo, portando il nostro contributo, le nostre idee e offrendo con entusiasmo la collaborazione del nostro comitato (col supporto delle competenze di Azione) per aiutare le aziende del territorio a realizzare un grande progetto.

Prima di sviluppare la nostra trattazione vogliamo esprimere subito grande apprezzamento per tutti coloro che hanno indicato questa come la via da percorrere e troviamo questa modalità di sviluppo lungimirante e portatrice di una visione sana che manca non solo a livello locale del distretto ma in molti distretti produttivi italiani. A questo riguardiamo riportiamo anche l’attenzione a livello nazionale per la questione riportando le parole di Alberto Baban promotore di AzioneAzione segue con interesse il dibattito che si sta sviluppando a Prato. Le fusioni tra imprese sono lodevoli ma necessitano di premialità fiscale da parte dello Stato, che ad oggi non è sufficiente. Si potrebbe ad esempio ipotizzare per un determinato periodo di tempo il congelamento dell’imposta sul reddito delle aziende per la società di nuova costituzione frutto della fusione. Non solo sarebbe un segnale di incoraggiamento da parte dallo Stato, ma la prova di aver capito la delicatezza del momento storico che stiamo vivendo, dove “dimensione” diventerà sempre più sinonimo di “protezione” e competitività nei mercati globali.

Contesto storico ed economico.

La storia del nostro distretto ci racconta di come già negli anni ‘30 del secolo scorso, erano stati scritti dei verbali dell’Unione Industriale Pratese, che riportavano un dibattito su questa possibilità di aggregazione. Insomma, la visione lungimirante di come aggregati industriali più grandi, potessero aumentare la competitività sul mercato e rappresentare un rafforzamento dell’economia del distretto che oggi conta 30.000 addetti nel tessile e nell’abbigliamento e oltre 7.000 imprese, con un fatturato di oltre 4 miliardi di euro ed un export che supera il 50% del fatturato.

Come già si evidenzia dai dati il tessuto produttivo, in particolare nel segmento del tessile, è composto in maggior parte da aziende che vanno dagli 1 ai 9 addetti e dai 10 ai 49. Ma per competere nel dopo COVID a livello internazionale bisogna guadagnare in efficienza e abbattere i costi fissi dell’export e dell’innovazione di prodotto. Una strada per farlo è senz’altro la crescita tramite fusione, che comporta un lodevole salto culturale da parte degli imprenditori che uniscono le proprie aziende, superando assetti di governance e management del passato.

Perchè aggregarsi?

L’aggregazione produce una lunga lista di benefici e in questo primo articolo sul tema vogliamo indicarne in maniera rapida alcuna ripromettendoci di appronfondire, anche su richiesta, quelli che risulteranno più interessanti.
I principali benefici possono essere riassunti nei settori del:
Marketing: concentrazione delle risorse, maggiore potenzialità economica per lo sviluppo di una solida brand identity

Ricerca e Sviluppo: La somma delle risorse, talvolta esigue se prese singolarmente, che ogni singola azienda può dedicare a questo punto, consentirebbe di realizzare dei veri reparti di “ricerca e sviluppo” capaci di innovare ed evolvere, sia il prodotto che il processo, mantenendo in questo modo competitività per le singole aziende, magari piccole realtà, che non riescono ad evolversi rapidamente singolarmente.

Maggior potere contrattuale verso i grandi clienti, soprattutto internazionali, che consentirebbe di evitare potenziali soprusi (sconti forzati o clausole contrattuali imposte);

Maggior forza nella trattativa con le banche per l’accesso al credito;

Maggiori risultati dagli sforzi commerciali per proporsi sul mercato globale.

Controllo di qualità del prodotto. Questo è un tema che, come la ricerca e sviluppo, non tutte le piccole aziende possono allocare importanti investimenti. Con l’aggregazione diventano “sostenibili” a livello economico politiche e processi di qualità piuttosto che la costruzione di organismi interni di controllo

Come fare per poter unire le forze e rinascere?

Il concetto fondamentale è quello della consapevolezza, per tutti gli aderenti, di entrare in qualcosa di più grande che produce benefici per tutti se ci si crede e si condivide un progetto comune.Ancorati fortemente su questo cambio di mentalità si potrà procedere per gradi cosi da costruire un solido legame di fiducia secondo i passi già indicati da molti:
1. Unire gli imprenditori che abbiano una volontà forte di condivisione delle finalità e delle regole;
2. Ricerca della qualità nella produzione dei tessuti da proporre sul mercato globale;
3. Sottoscrivere un accordo riassuntivo dell’unione d’intenti, come passo precursore del consorzio vero e proprio.

Un modello che funziona ?

Il modello dell’aggregazione funziona e la dimostrazione si può avere senza andare a cercare tanto lontano; ci sono infatti esempi a noi molto vicini, come quello del consorzio del Parmigiano Reggiano. Questo consorzio è composto da 330 aziende che hanno saputo unirsi per realizzare qualcosa una grande eccellenza italiana. L’unione le ha rese capaci di standardizzare i processi, creare senso di appartenenza, lavorare al miglioramento costante del prodotto, investire sull’identità del prodotto e sul marketing.
Il risultato di questa unione è un prodotto di altissima qualità, conosciuto e riconosciuto nel mondo con un fatturato che è cresciuto in maniera verticale a seguito del consolidamento del consorzio e grazie al lavoro di quest’ultimo.
La proposta di Azione per un possibile punto di partenza
La creazione di un consorzio è possibile quando gli egoismi ed il protagonismo individuale lascia il posto al senso di comunità, cosa spesso non facile per chi vive cercando di raggiungere il fatturato mensile e con una difficoltà a guardare oltre i problemi della gestione aziendale.

Creare prodotti innovativi, di eccellenza a livello industriale e non “da artigiano”, questo certamente darebbe un obiettivo comune ed un senso di appartenenza, esattamente come funzionano altri consorzi stabili italiani.
Questo è per noi il punto di partenza per creare qualcosa di unico nel nostro territorio.
Ciò che sappiamo è che il mercato sta cambiando ancora. L’enorme crescita della “green economy” sta per travolgere anche il comparto tessile.
Non si tratta solo di economia circolare, sulla quale il distretto tessile di Prato si è dimostrato essere un campione ormai da centinaia di anni. Iniziative di questo genere nascono ancora oggi e funzionano già molto bene.
Si tratta invece di unire le forze per creare innovazione di prodotto, accedere al mercato internazionale con tessuti e capi di abbigliamento all’avanguardia e di qualità superiore.
Esempi di queste possibilità sono sempre più evidenti: il secondo posto della Manifattura Tessile Toscana al 7 ° Hightex Award1 con un prodotto innovativo misto di lana e nylon con stampa grafica, oppure le proposte di tessuto basate sul grafene che sono nate all’interno del progetto GRATA (Grafene per il Tessile Avanzato e la Moda) finanziato dalla Regione Lombardia grazie ai fondi europei.

E la politica ?

La politica può fare molto in questo contesto se ha una visione e un’idea precisa di futuro e se possiede delle competenze e delle esperienze da poter portare. Crediamo che un compito forte delle istituzioni cittadine, al fianco delle quali ci batteremo, se saranno pronte ad affiancarci e a supportare questa nostra idea, è quello di creare tavoli di confronto concreti in cui formare, informare e far dibattere le aziende per aiutarle a incontrarsi e a scoprire il valore della loro unione. E’ compito sempre delle istituzioni, che sappiano vedere oltre il momento presente, accompagnare le aziende in questo percorso, fornendo una visione del futuro e un quadro normativo di riferimento che eviti a queste di trovare faticosi e complessi ostacoli burocratici su un percorso complesso e fragile come quello di unione.
Saremo pronti anche a verificare e gestire eventuali fonti di finanziamento, sia europee, che del ministero dello sviluppo economico per supportare questa iniziativa e cercare di minimizzare l’investimento.

Per concludere

Siamo fiduciosi che l’imprenditoria pratese non mancherà, in questa come in molte occasioni, l’appuntamento con la storia per questo salto di qualità culturale ed economico ponendosi e ponendo il distretto come esempio virtuoso per tutti coloro che si trovano ad affrontare la sfida dell’economia globale e che possono trovare nuovo slancio nella competitività grazie a funzionali dinamiche di aggregazione.

 

il comitato Prato in Azione

Prato Riparte. Lettera aperta al Sindaco Matteo Biffoni

Caro Matteo,

Abbiamo scelto di scriverti direttamente per chiedere il tuo intervento e il tuo impegno riguardo delle questioni che ci stanno molto a cuore: il sostegno per tutte le piccole attività della città che rischiano, dopo questa terribile crisi, di non riaprire; e il supporto a tutte le persone che in questo momento hanno paura per il futuro della propria attività economica o per il proprio posto di lavoro.

Per questa ragione vogliamo riportarti un estratto di un messaggio inviatoci da Irene Pompeo, giovane insegnante di sostegno di una scuola media pratese pubblicato oggi su “il Tirreno” : “Sono circondata da persone, miei concittadini, che ad oggi vivono nell’impossibilità di riprendere la propria attività e nella paura di non poter ripagare i debiti già accumulati in questi mesi di arresto forzato. Il mio intento è quindi di lanciare un appello affinché chi si trova nella mia situazione privilegiata faccia la sua parte a favore degli altri lavoratori ben più sfortunati.”.

E’ un messaggio che non può lasciare indifferenti e che segna, come hai sempre detto, una comunità forte e unita da valori che spesso trascendono e sono la vera risorsa e la vera forza della nostra Città.

Rilanciamo per questo la nostra proposta del fondo “Prato Riparte”, sul quale abbiamo ricevuto pareri positivi da parte di CNA e ConfArtigianato, e per la quale ringraziamo il consigliere Enrico Romei per averla portata all’attenzione del Consiglio Comunale. Una proposta sulla quale lavorare e co-operare insieme, con tutti i soggetti politici, economici, sociali della nostra Città; con la speranza e l’obiettivo che possa diventare iniziativa del Comune a tutela e sostegno di tutti quei piccoli imprenditori e dei loro lavoratori oggi incerti ed intimoriti dal futuro.

Lanciamo quindi questo appello a tutte le forze politiche di opposizione e di maggioranza, alle comunità religiose, a chiunque si richiami al concetto di Comunità, al valore della fratellanza, e a tutto ciò che nella Storia ha fatto grande e permetterà di tornare ad essere grande questa Città; ad ogni singolo pratese.

Insieme possiamo convincere le banche, gli istituti assicurativi e le multinazionali che nel nostro territorio hanno storicamente trovato terreno fertile di affari, a contribuire, con donazioni e crediti agevolati, alla ripartenza e al sostegno per la prosecuzione delle attività della nostra Città, operosa e produttiva come poche altre nel nostro Paese. Riteniamo infatti che lo spirito di Enrico Mattei, uno dei più grandi imprenditori italiani, debba essere fatto proprio da questi soggetti economici, perché nessuno desideri “essere ricco in un Paese povero”.

Il nostro intento, percepibile dalle parole di Irene tanto quanto in quelle di Mattei, deve toccare più anime e coinvolgere quanti più soggetti possibile, affinché alla fine di questa emergenza la nostra memoria collettiva torni al passato con soddisfazione ed ammirazione per non aver, davvero, lasciato nessuno indietro.

Insieme, superando gli egoismi e i distinguo, con generosità, possiamo raccogliere quanto necessario a far ripartire la nostra Città, rilanciandola in un futuro roseo e speranzoso, nonché dare un importante messaggio a quanti oggi sono segnati dallo sconforto e dal dolore per un’attività che non può riaprire, per un posto di lavoro a rischio: non siete soli.

Perché solo uniti, insieme, possiamo fare in modo che “Prato Riparta”, realmente.

Con sincero affetto,
Il Comitato di Prato in Azione

Appello per una riapertura anticipata delle attività produttive del distretto pratese

Prato è sicuramente una Provincia virtuosa nella lotta al covid 19. Secondo i dati della Regione Toscana a venerdì 10 aprile le persone risultate positive sarebbero 357 per una percentuale quindi che è inferiore al 2 per mille della popolazione. Alla luce di questi dati e considerato che anche a livello nazionale la curva dei contagi sta rallentando, Azione e Italia Viva ritengono che per Prato si possa procedere gradualmente alla fase 2 con la ripartenza di tutte le aziende ed in particolar modo il settore tessile. A questo proposito Azione e Italia Viva, considerato anche il Dpcm del 10 aprile, invitano tutti i sindaci della Provincia con in testa il presidente Francesco Puggelli a farsi portavoce dal nuovo prefetto Lucia Volpe della seguente proposta:

Consentire la riapertura delle fabbriche in presenza dei seguenti fattori:

  1. Commesse già presenti in azienda da poter lavorare;
  2. Rispetto delle disposizioni sanitarie previste dal Dpcm 10 aprile e successive modificazioni;
  3. Consentire l’accesso al lavoro solo ai dipendenti che si rechino in azienda con mezzi propri;
  4. Igienizzazione pianificata degli ambienti.

Nei fatti, anche il Consigliere Comunale Giacomo Sbolgi, ha già interrogato il Sindaco di Prato su una modulazione attenta della fase 2 per un’attenta e pianificata accelerazione delle riaperture del distretto.

I Comitati di Azione e di Italia Viva di Prato ritengono inoltre fondamentale che la ASL toscana centro metta a disposizione delle aziende prima della riapertura un preciso protocollo sanitario da rispettare che preveda anche l’uso di eventuali strumenti tecnologici per il monitoraggio della salute dei dipendenti e la rapida e certa individuazione di eventuali criticità.
Il protocollo va sottoscritto dalle imprese che intendano valersi della riapertura e devono essere dati al prefetto di concerto con l’Asl Toscana Centro pieni poteri di verifica e sanzionamento (chiusura più multa pecuniaria) in caso di violazioni.

Quanto descritto riteniamo vada attivato (elaborazione piano sanitario ASL) nel più breve tempo possibile al fine di far trovare il territorio pronto e in sicurezza alla riapertura anche nel caso questa non potesse avvenire in anticipo rispetto a quanto previsto dal Governo.

Prato riparte – Un fondo per sostenere la città

Un fondo per aiutare tutti i piccoli esercenti come commercianti, artigiani, ristoratori, gestori di bar, catering e professionisti che a causa dell’emergenza coronavirus sono stati costretti a chiudere o a vedere i propri clienti chiudere forzosamente la propria attività. Una riserva di capitale a costituzione pubblica e privata alimentato prevalentemente con donazioni all’interno della città e delle istituzioni e da utilizzare per sostenere la riapertura delle piccole imprese del territorio pratese che abbiano un fatturato non superiore a 600mila euro.

E’ questo il progetto “Prato Riparte” che lanciamo, per cercare di dare un valido aiuto a coloro che rischiano di non riaprire dopo questa chiusura forzosa vissuta con l’emergenza coronavirus. Il progetto di questo fondo che ci ha visti al lavoro in queste settimane, prende ancora più vigore all’indomani del decreto del Governo dello scorso 6 aprile dedicato alle “Misure urgenti per le imprese, i settori strategici e la giustizia” che sta riscontrando molte critiche.

Il fondo che verrà costituito sarà elargito – a coloro che faranno richiesta ed avranno i requisiti stabiliti nel bando – a tasso 0 con pre-ammortamento di 1 anno e restituzione in 4 anni. Un modo concreto per sostenere la riapertura di questi esercizi e permettere che la città ritorni alla vita e rifiorisca bella e vitale come quando la tragedia della pandemia si è abbattuta sulla città.

La guida e la gestione del fondo dovrebbe spettare all’amministrazione cittadina con il supporto delle associazioni di categoria (Conf Artigianato, Conf Esercenti, CNA e Conf Commercio) e al fine di evitare qualunque problematica il fondo stesso dovrebbe già alla sua apertura determinare precise linee di utilizzo dei fondi e modalità di concessione così che la conduzione si limiti semplicemente alla verifica dei parametri, all’erogazione delle somme e alla gestione ordinaria.

Il fondo con il rimborso dovrebbe venire almeno parzialmente ricostituito e dovrebbe rimanere nelle disponibilità dell’ente che lo utilizzerà anche in futuro per operazioni di sostegno finanziario secondo le necessità. La base di utilizzo sarà sempre la ricostituzione del fondo per cui questo potrà finanziare opere pubbliche, fungere da anticipo per la cassa integrazione o altre attività che prevedano nel tempo un rientro del capitale.
Invitiamo tutti i partiti politici a far proprio questo progetto e a portarlo avanti tutti insieme perché “Prato Riparte” possa essere davvero un valido strumento che unisca i pratesi e aiuti tanti piccoli imprenditori, artigiani e liberi professionisti a ripartire. Un altro più caloroso invito è rivolto a tutti coloro che possono contribuire ad arricchire il fondo in uno spirito di sana solidarietà. Per informazioni a riguardo è disponibile il coordinatore comunale di Azione, Paolo Vannini 334.3573227.

Di seguito alcuni dettagli della nostra proposta per il fondo “Prato Riparte”

Target 2020: aiuto finanziario alle micro imprese che hanno subito in maniera drastica gli effetti del Lockdown derivato dall’epidemia di Covid 19.

Imprese Target: imprese con andamento regolare, fondamentali positivi, posizione finanziaria apprezzabile ed investimenti in corso prima della chiusura forzata.

Limitazioni intervento: Aziende di capitali o di persone con limite massimo di fatturato pari ad 600.000 di Euro (ultimo dato ufficiale depositato), registrate alla CCIAA di Prato residenti e per i professionisti che operano con sede principale di attività nel comune di prato:
– HORECA
– Artigiani
– Commercianti
– Professionisti

Tipologia di supporto del fondo: finanziamento a supporto del circolante : rientro rateale con preammortamento di un anno e tasso zero, durata totale 5 anni

Modalità e importi erogati:
1. Parametri minimi per richiesta:
1.1  Iscritto alla CCIAA di prato o nel caso di professionisti operante nella citta di Prato come sede principale
1.2 Fatturato anno precedente sotto 600.000 di euro
1.3 Società di Persone, Professionisti, srls

2. Punteggio:
2.1. Per ogni singolo parametro rispondente come da allegato excel 1 punto
2.2. Per ogni dipendente a tempo indeterminato 0,25 punti
2.3. Per ogni dipendente a tempo determinato 0,125 punti
2.4. Richiesta massima 50% del fatturato nell’equivalente periodo di chiusura 2019
2.5. Per ogni 5% di contribuzione non richiesta rispetto all’importo massimo 1 punto
2.6. Per imprese storiche (iscrizione CCIAA > 10 anni) 2 punti
2.7. Per imprese stabili (iscrizione CCIAA > 5 anni e < 10 anni) 1 punto
2.8. Impresa recente (iscrizione da meno di cinque anni) con investimenti in corso (rapporto 5:1 sul capitale) 1 punto
2.9. Start Up – iscrizione nel 2018/2019 con investimenti in corso (rapporto 10:1 su capitale): punti 2 punti

3. Importo Massimo: 50% del fatturato equivalente periodo 2019 rispetto alla chiusura

Le domande saranno accolte in ordine di graduatoria e a parità di punteggio in ordine di ricezione fino a esaurimento dei fondi raccolti.

Da definire l’ente che gestirà il fondo e si occuperà di distribuire gli importi verificando domande e punteggi.

4. Promozione: Realizzare un logo da concedere in uso ai contributori per tributare il giusto merito riguardo alla loro donazione e un database pubblico dei donatori per evitare usi fraudolenti del logo.